Il punto di vista del sistema Somato-Emozionale

Fra gli allievi di Sutherland che hanno sviluppato e accresciuto il lavoro osteopatico craniale spicca il dottor John Upledger, che con il suo lavoro scientifico ha dimostrato come il sistema cranio sacrale è il luogo dove il corpo la mente e lo spirito trovano un terreno comune, e come la terapia craniosacrale possa integrare queste tre componenti dell’essere umano.
Egli sviluppa un filo conduttore delle relazioni tra mente e corpo usando il linguaggio del tatto per approfondire il mondo della salute e della malattia, approfondendo il concetto dell’esistenza di energie emozionali immagazzinate in organi, tessuti e probabilmente anche all’interno delle singole cellule che costituiscono l’organismo umano, quale memoria dei tessuti.
Porta così alla luce il concetto del SER, il rilascio somatoemozionale, processo terapeutico che si basa, e utilizza, i principi della terapia cranio sacrale per aiutare mente e corpo a liberarsi dagli effetti di un trauma che il nostro organismo conserva a livello fisico e che presenta un’origine di tipo emozionale, a causa di una violenta contrapposizione nel nostro strato più profondo dell’essere, dominato da sentimenti psicologicamente distruttivi quali ansia, paura e senso di colpa.
Per evento traumatico vengono sottintesi tutti gli interventi sulla sfera emotiva che per via della loro rapidità di insorgenza o per la loro grande mole traumatica non sono stati elaborati o sono stati repressi dalla mente conscia, e successivamente depositati nell’inconscio sotto forma di nodi o cisti energetiche.
Il SER è quindi espressione del rilascio di un’emozione che, per ragioni ritenute appropriate dalla parte inconscia del paziente, è stata trattenuta, soppressa o isolata a livello somatico, e definito dallo stesso Upledger come “psiche somatica”.
Questa capacità di memoria sarebbe caratteristica delle fasce connettivali; nei traumi fisici i tessuti interessati sono quelli che subiscono direttamente il trauma, mentre nei traumi psichici possono essere i tessuti di alcuni muscoli o visceri, in quanto il tessuto connettivo è presente in tutte queste strutture.
La medicina psicosomatica rientra appieno nel concetto di malattia quale conseguenza del rapporto dell’individuo con l’ambiente esterno: ogni situazione ha un preciso significato in ciascun individuo in funzione del suo vissuto, della sua storia e del suo sviluppo psicologico in quanto rapporto cronologico tra evoluzione della patologia e la vita affettiva. Se l’espressione motoria intesa come verbalizzazione dell’aggressività è ostacolata o bloccata, le scariche del sistema nervoso centrale verranno orientate verso il sistema neurovegetativo provocando disturbi patologici a carattere organico.
Il processo del rilascio somatoemozionale si attua inizialmente attraverso una comunicazione tattile tra l’osteopata e il paziente alla ricerca di tessuti e organi che, possedendo una memoria emotiva, vengono attivati mediante le emozioni e il dolore, portando successivamente ad una consapevolezza del paziente che rivive così consciamente emozioni che sono state sepolte sino ad allora nelle memorie più profonde. Dopodiché si sviluppa il dialogo terapeutico tra osteopata e paziente, che può trovare la sua esteriorizzazione mediante un’immagine o un pensiero del soggetto in modo spontaneo, o lo si può aiutare attivamente tramite una immagine, un pensiero o un’emozione sollecitata attraverso la descrizione di un disturbo o di un dolore.
Tutte queste tecniche possono quindi arrivare molto in profondità nel percorso terapeutico, senza però dimenticare che il terapista osteopata non pretende di assumere il ruolo di giudicante, né tantomeno guaritore o terapeuta che “volontariamente” guarisce da un disturbo o permette di superare un trauma, bensì è uno strumento verso la via della guarigione, o per meglio dire assume il ruolo di facilitatore per il recupero della salute.
L’osteopatia inoltre non intende sostituire i classici iter terapeutici della medicina moderna, ma di integrarli per una maggiore conoscenza e tutela della persona.
La diagnosi osteopatica infine si baserà sulla valutazione del sistema neuro-muscoloscheletrico e delle relazioni di questo con i visceri attraverso le fasce, sull’osservazione della postura e della conformazione nello spazio della colonna vertebrale, nonché la distribuzione dei carichi. Ne consegue che la valutazione sarà globale, integrata cioè di tutti i sistemi corporei presenti:
Egli sviluppa un filo conduttore delle relazioni tra mente e corpo usando il linguaggio del tatto per approfondire il mondo della salute e della malattia, approfondendo il concetto dell’esistenza di energie emozionali immagazzinate in organi, tessuti e probabilmente anche all’interno delle singole cellule che costituiscono l’organismo umano, quale memoria dei tessuti.
Porta così alla luce il concetto del SER, il rilascio somatoemozionale, processo terapeutico che si basa, e utilizza, i principi della terapia cranio sacrale per aiutare mente e corpo a liberarsi dagli effetti di un trauma che il nostro organismo conserva a livello fisico e che presenta un’origine di tipo emozionale, a causa di una violenta contrapposizione nel nostro strato più profondo dell’essere, dominato da sentimenti psicologicamente distruttivi quali ansia, paura e senso di colpa.
Per evento traumatico vengono sottintesi tutti gli interventi sulla sfera emotiva che per via della loro rapidità di insorgenza o per la loro grande mole traumatica non sono stati elaborati o sono stati repressi dalla mente conscia, e successivamente depositati nell’inconscio sotto forma di nodi o cisti energetiche.
Il SER è quindi espressione del rilascio di un’emozione che, per ragioni ritenute appropriate dalla parte inconscia del paziente, è stata trattenuta, soppressa o isolata a livello somatico, e definito dallo stesso Upledger come “psiche somatica”.
Questa capacità di memoria sarebbe caratteristica delle fasce connettivali; nei traumi fisici i tessuti interessati sono quelli che subiscono direttamente il trauma, mentre nei traumi psichici possono essere i tessuti di alcuni muscoli o visceri, in quanto il tessuto connettivo è presente in tutte queste strutture.
La medicina psicosomatica rientra appieno nel concetto di malattia quale conseguenza del rapporto dell’individuo con l’ambiente esterno: ogni situazione ha un preciso significato in ciascun individuo in funzione del suo vissuto, della sua storia e del suo sviluppo psicologico in quanto rapporto cronologico tra evoluzione della patologia e la vita affettiva. Se l’espressione motoria intesa come verbalizzazione dell’aggressività è ostacolata o bloccata, le scariche del sistema nervoso centrale verranno orientate verso il sistema neurovegetativo provocando disturbi patologici a carattere organico.
Il processo del rilascio somatoemozionale si attua inizialmente attraverso una comunicazione tattile tra l’osteopata e il paziente alla ricerca di tessuti e organi che, possedendo una memoria emotiva, vengono attivati mediante le emozioni e il dolore, portando successivamente ad una consapevolezza del paziente che rivive così consciamente emozioni che sono state sepolte sino ad allora nelle memorie più profonde. Dopodiché si sviluppa il dialogo terapeutico tra osteopata e paziente, che può trovare la sua esteriorizzazione mediante un’immagine o un pensiero del soggetto in modo spontaneo, o lo si può aiutare attivamente tramite una immagine, un pensiero o un’emozione sollecitata attraverso la descrizione di un disturbo o di un dolore.
Tutte queste tecniche possono quindi arrivare molto in profondità nel percorso terapeutico, senza però dimenticare che il terapista osteopata non pretende di assumere il ruolo di giudicante, né tantomeno guaritore o terapeuta che “volontariamente” guarisce da un disturbo o permette di superare un trauma, bensì è uno strumento verso la via della guarigione, o per meglio dire assume il ruolo di facilitatore per il recupero della salute.
L’osteopatia inoltre non intende sostituire i classici iter terapeutici della medicina moderna, ma di integrarli per una maggiore conoscenza e tutela della persona.
La diagnosi osteopatica infine si baserà sulla valutazione del sistema neuro-muscoloscheletrico e delle relazioni di questo con i visceri attraverso le fasce, sull’osservazione della postura e della conformazione nello spazio della colonna vertebrale, nonché la distribuzione dei carichi. Ne consegue che la valutazione sarà globale, integrata cioè di tutti i sistemi corporei presenti:
- sistema nervoso;
- sistema muscoloscheletrico;
- sistema fasciale;
- sistema viscerale.