Il punto di vista del sistema Viscerale

Il principio cardine esposto da Still secondo cui “la struttura governa la funzione” è stato di impulso ai suoi successori nel campo della ricerca e dell’applicazione in questo campo, tanto che Jean Pierre Barral, laureatosi in medicina osteopatica nel 1974 alla scuola europea di osteopatia in Inghilterra, ha sviluppato tecniche di manipolazione nel campo viscerale, sino ad allora non inquadrata in una cornice di riferimento scientifico. Secondo il suo innovativo approccio sulla meccanica dei tessuti corporei, uno stato di salute ottimale, descritto dalla relazione tra i visceri e le varie strutture del corpo (muscoli, membrane, fasce e ossa) resta stabile nonostante l’infinita varietà dei movimenti corporei.
È importante considerare come il corpo sia composto da strutture con forme e funzioni differenti, che sviluppano anche pressioni variabili che, all’interno delle cavità corporee, sono delle vere e proprie forze che hanno la funzione di tenere in sospensione gli organi interni. Nel tronco possono essere schematizzate due zone con pressioni interne differenti: a livello della cavità toracica si evidenzia una pressione negativa, mentre una pressione positiva si riscontra a livello dell’addome. La pressione negativa della cavità toracica permette di attirare verso l’alto gli organi situati sotto al diaframma, aiutandone la virtuale sospensione: varie condizioni, come ad esempio un tono anomalo del diaframma, gli stati fibrotici del tessuto connettivo e la ptosi degli organi possono contrastare l’attrazione della pressione negativa sulle varie strutture.
La pressione positiva all’interno degli organi cavi, e la pressione vascolare e gassosa all’interno delle pareti tissutali degli organi stessi, creano una forza dall’interno verso l’esterno che permette l’espansione dell’organo, contribuendo così a mantenerne la forma. Entrambe le pressioni favoriscono la tendenza di ciascun organo a occupare il massimo spazio e a cercare la massima superficie di scivolamento rispetto alle altre strutture, effetto questo definito come turgore.
I movimenti viscerali dipendono dalle membrane sierose che avvolgono l’organo, dalle connessioni legamentose e da tutte le strutture che lo connettono alle altre parti dell’organismo, seguendo direzioni e assi particolari di ciascun organo interno, organizzati su quattro livelli:
Quando un organo è impossibilitato a muoversi in armonia con i visceri circostanti, a causa di anomalie del tono tissutale, da aderenze o alterazioni dell’omeostasi, l’organo colpito da restrizione si trova a funzionare a scapito di tutti gli altri organi e strutture del corpo, in conseguenza del fatto che questi sono sotto il controllo del sistema neurovegetativo, che gestisce e coordina tutte le funzioni viscerali.
Si può altresì dire che l'alterazione della salute e la malattia possono essere ascritte ad una interruzione o a un disturbo della comunicazione tra le due maggiori componenti del corpo, l’una viscerale e l’altra somatica.
Tale disarmonia genera quindi punti di fissazione e di tensione anomala che il corpo si trova costretto a compensare, fino a creare a sua volta i presupposti per l’insorgere di malattie e disfunzioni viscerali e viscero-somatiche.
Si utilizzano a questo punto tecniche fasciali che hanno lo scopo di diffondere un’informazione propriocettiva ai recettori periferici del tessuto connettivo o muscolare; l’informazione propriocettiva ricevuta viaggia attraverso le vie centripete afferenti a livello sottocorticale e corticale dove è riconosciuta e integrata informando, o meglio reinformando, il sistema sullo stato della periferia. Questo genera un feedback retrogrado quale risposta mediante le vie efferenti di natura emodinamica, neurovegetativa ed emozionale che tende a riequilibrare la zona disfunzionale, regolando il tono muscolare e sfinteriale degli organi.
Il trattamento ha perciò molteplici scopi:
È importante considerare come il corpo sia composto da strutture con forme e funzioni differenti, che sviluppano anche pressioni variabili che, all’interno delle cavità corporee, sono delle vere e proprie forze che hanno la funzione di tenere in sospensione gli organi interni. Nel tronco possono essere schematizzate due zone con pressioni interne differenti: a livello della cavità toracica si evidenzia una pressione negativa, mentre una pressione positiva si riscontra a livello dell’addome. La pressione negativa della cavità toracica permette di attirare verso l’alto gli organi situati sotto al diaframma, aiutandone la virtuale sospensione: varie condizioni, come ad esempio un tono anomalo del diaframma, gli stati fibrotici del tessuto connettivo e la ptosi degli organi possono contrastare l’attrazione della pressione negativa sulle varie strutture.
La pressione positiva all’interno degli organi cavi, e la pressione vascolare e gassosa all’interno delle pareti tissutali degli organi stessi, creano una forza dall’interno verso l’esterno che permette l’espansione dell’organo, contribuendo così a mantenerne la forma. Entrambe le pressioni favoriscono la tendenza di ciascun organo a occupare il massimo spazio e a cercare la massima superficie di scivolamento rispetto alle altre strutture, effetto questo definito come turgore.
I movimenti viscerali dipendono dalle membrane sierose che avvolgono l’organo, dalle connessioni legamentose e da tutte le strutture che lo connettono alle altre parti dell’organismo, seguendo direzioni e assi particolari di ciascun organo interno, organizzati su quattro livelli:
- Il sistema nervoso autonomo gestisce e controlla il movimento mediante:
- il movimento diaframmatico, che effettua più di 15.000 contrazioni durante l’arco della giornata, che produce una mobilizzazione di cuore, polmoni, visceri addominali;
- il movimento cardiaco, con una frequenza di circa 10.000 battiti al giorno, che influenza i polmoni, l’esofago, tutto il mediastino, e il diaframma;
- il movimento peristalsico, che rappresenta una contrazione involontaria legata all’attività del sistema nervoso autonomo che interessa gli organi cavi.
- Il sistema nervoso somatico influenza il movimento viscerale in quanto i visceri, con i vari componenti legamentosi di sostegno e le strutture fasciali, sono direttamente connessi al sistema muscolo-scheletrico.
- Il movimento cranio-sacrale induce, attraverso i movimenti di flessione ed estensione, concetti propri in ambito craniosacrale, una sorta di onda a tutte le fasce di rivestimento corporee che a esso sono indissolubilmente collegate.
- La motilità propria dei visceri, capacità questa involontaria di movimento e contrazione degli organi interni, ritenuta il motore della vita sotto una visione biodinamica, che rappresenta “la potenza del respiro della vita”.
Quando un organo è impossibilitato a muoversi in armonia con i visceri circostanti, a causa di anomalie del tono tissutale, da aderenze o alterazioni dell’omeostasi, l’organo colpito da restrizione si trova a funzionare a scapito di tutti gli altri organi e strutture del corpo, in conseguenza del fatto che questi sono sotto il controllo del sistema neurovegetativo, che gestisce e coordina tutte le funzioni viscerali.
Si può altresì dire che l'alterazione della salute e la malattia possono essere ascritte ad una interruzione o a un disturbo della comunicazione tra le due maggiori componenti del corpo, l’una viscerale e l’altra somatica.
Tale disarmonia genera quindi punti di fissazione e di tensione anomala che il corpo si trova costretto a compensare, fino a creare a sua volta i presupposti per l’insorgere di malattie e disfunzioni viscerali e viscero-somatiche.
Si utilizzano a questo punto tecniche fasciali che hanno lo scopo di diffondere un’informazione propriocettiva ai recettori periferici del tessuto connettivo o muscolare; l’informazione propriocettiva ricevuta viaggia attraverso le vie centripete afferenti a livello sottocorticale e corticale dove è riconosciuta e integrata informando, o meglio reinformando, il sistema sullo stato della periferia. Questo genera un feedback retrogrado quale risposta mediante le vie efferenti di natura emodinamica, neurovegetativa ed emozionale che tende a riequilibrare la zona disfunzionale, regolando il tono muscolare e sfinteriale degli organi.
Il trattamento ha perciò molteplici scopi:
- Fornisce un’informazione propriocettiva
- Crea una integrazione sensoriale del segmento corporeo
- Normalizza il controllo neurovegetativo
- Riequilibra l’emodinamica dei fluidi corporei.